2 febbraio 2025
La Russia mette alla prova l'Occidente, che non vuole ammetterlo.
Russia e Cina partecipano a uno strano gioco a chi interrompe meglio i cavi sottomarini che trasmettono dati e comunicazioni sul fondo del Mare Baltico: si tratta di navi russe o navi cinesi con equipaggio russo, che "casualmente" dimenticano di recuperare l'ancora quando sono in navigazione.
Suvvia!
Si tratta di dimenticanze: quale marinaio non dimentica l'ancora sul fondo?
E' come chi guida l'automobile con il freno a mano tirato: chi non lo fa?
Lo fanno tutti!
Il caso più recente riguarda una nave comandata da un capitano russo, forse registrata a Malta, che ha tagliato un cavo in fibra ottica che collega Svezia e Lettonia.
Nessuno sembra volersi chiedere perché la Russia avrebbe dovuto farlo.
Mettiamoci comodi e allacciamo le cinture.
La Russia è in guerra con noi.
Il fatto, piuttosto singolare, è che la NATO si rifiuta di ammetterlo.
Il maestro stratega del Cremlino, o almeno così gli è permesso pensare di essere, vuole sorprendere con qualcosa di abbastanza sfacciato, e applica la solita vecchia strategia che la Russia inevitabilmente impiega.
Putin, chiunque lo stia impersonando, è un narcisista e ridicolmente permaloso: lui non colpisce quando è minacciato, nel qual caso si arrende, ma quando viene offeso.
Trump gli ha quasi detto di smetterla di giocare al suo ridicolo gioco della "non guerra" con i suoi stupidi giocattoli e di uccidere tutti, di lasciare stare l'Ucraina e di tornare a casa, altrimenti scatenerebbe la sua furia, solo che no, non gli ha spiegato di che tipo di furia si tratta: ha solo menzionato altre sanzioni.
Sanzioni?
Mentre, fra un eccesso alcolico e l'altro, i "ragazzi di Putin" commettono crimini di guerra su scala industriale.
I russi giocano in un altro campionato e l'effetto probabile di nuove sanzioni sarebbe più crimini di guerra e più punizioni per gli ucraini, il che nel loro bacato cervello, non guasta mai.
L'Occidente è privo di un vero "leader" e allora cosa fa Putin, l'opportunista a buon mercato mascherato da maestro stratega?
Fa quello che fa fin da sempre: mette alla prova l'Occidente.
Magistralmente, e immediatamente, interrompe un cavo in fibra ottica che corre tra Riga e Stoccolma.
Questo lo fa sentire bene, lo gratifica.
Lo fa sentire ammirato dalla sua cerchia di "leccacxxxli" del Cremlino, a cui lo gnomo crede davvero di aver mostrato una altra volta il suo genio.
Rendiamoci conto che questo è il tizio che ha bombardato Ternopil, mentre si esibiva la rappresentativa ucraina nella finale dell'ultimo Eurovision Song Contest.
Che proviene proprio da Ternopil.
Questo è il tipo di mostro con cui il Mondo intero ha a che fare.
Dopo questo attacco così astuto, e così imprevedibile...
Dopo che altri cavi simili sono stati tranciati dai russi nel recente passato, chi avrebbe mai pensato che sarebbe accaduto ancora?
Tranciare cavi di comunicazione "assomiglia" a un atto di guerra.
Interrompere le comunicazione fra paesi NATO "sarebbe" motivo necessario e sufficiente per imporre una risposta della NATO?
Sì?
Ok, la NATO sostiene di avere radunato una flotta per... beh, fare qualcosa, controllare, monitorare, essere nel Baltico.
E' questa la risposta dell'Occidente?
Quale sarebbe il passo successivo?
Gli portiamo i dolcetti?
Un oscuro funzionario della NATO, di cui nessuno conosceva prima l'esistenza, ha rilasciato una dichiarazione su Twitter/X.
Chiunque abbia rilasciato la dichiarazione, non è persona che abbia qualche autorevolezza.
In fondo, è stato chiesto da più parti all'Alleanza quali fossero gli intendimenti dopo che l'ennesimo cavo era stato tranciato.
Un altro: non il primo.
E non sarà l'ultimo.
"Sembra che il cavo sia stato tagliato da una fonte sconosciuta, e c'è una inchiesta".
Una risposta mortale.
L'ardire della NATO si spinge persino nella ricerca della nave che potrebbe essere la responsabile.
Sappiamo come funziona: vuoi monitorare le navi? Allora monitori le navi.
Vuoi parlare con gli equipaggi delle navi? Allora li interroghi.
Vuoi informazioni da loro? Allora le ottieni.
Considerando i ripetuti attacchi dei russi nel Baltico, che variano dalla guerra EW da Kaliningrad, che blocca i sistemi di navigazione delle navi e degli aerei commerciali negli ultimi due anni, al continuo danneggiamento di cavi e condotte, se la Guardie Costiere di Svezia, Estonia, Lettonia, Finlandia, Polonia, Norvegia, Germania e Danimarca non sono attive per questo, allora l'Occidente è criminalmente negligente.
Niente di meno.
Agli occhi della Russia, nonostante tutti gli sforzi di una NATO recalcitrante che finge che non lo sia, il Mar Baltico è una zona di guerra.
Impiegare 3 anni per inviare alcune navi solo per pattugliare una pozzanghera è...
Concesso, e concedo a chi dovrebbe proteggerci, che l'Occidente collettivo non può indossare le stellette dello sceriffo e arrivare a colpi di pistola.
Tuttavia, con le tensioni elevate nell'area del Baltico, ci si aspetterebbe che tutti i cavi fossero monitorati molto attentamente.
Qualsiasi problema dovrebbe essere verificato rapidamente e si dovrebbe attuare una risposta combinata.
Le guardie costiere e le marine e l'aeronautica della NATO nel Baltico hanno un problema di comando e controllo.
La situazione è stata aggravata dalle recenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti e dal timido approccio dei governi europei in merito.
Non siamo preparati.
Non abbiamo procedure che vengono automaticamente messe in atto se siamo sotto attacco nell'area del Baltico.
La NATO si sta concentrando sul contrasto a un attacco importante e non sul tipo di guerra in cui la Russia è invece sfacciatamente impegnata.
I nostri media stanno ancora discutendo dell'obiettivo del 2% di spesa per la difesa.
Sveglia!
L'obiettivo 2% è da tempo reso inadeguato proprio dai comportamenti descritti e mediazioni sono da tempo in corso per stabilire quale debba essere il nuovo livello di finanziamento.
Nel frattempo, ancora, il malvagio gnomo del Cremlino sente incoraggiate le sue intenzioni malvagie.
Qualcuno, nella sua più sfrenata immaginazione, pensa che la banda di corrotti criminali di Mosca, nella loro ricerca di qualche metro quadrato di terra in più, sia anche solo vagamente preoccupata per qualche sanzione in più, qualche ucraino massacrato in più, qualche minoranza sacrificata in più agli angoli più remoti del presunto Impero russo impregnato di vodka.
Al Cremlino sanno di avere solo una marcia a disposizione: avanti.
I russi devono andare avanti, finché non potranno più andare avanti.
Ci vorrà molto più che applicare altre sanzioni per fargli raggiungere quel punto.
Quando al Cremlino avranno compreso il successo del loro ennesimo tentativo di provocazione, avendo in risposta il consueto atteggiamento remissivo, semplicemente individueranno un altro cavo, o un altro tubo, o attiveranno ancora i disturbatori del segnale GPS.
Fargli capire "sappiamo che siete stati voi" non fa ottenere che smettano, ma li incoraggia.
Funziona, perché mai i russi dovrebbero smettere?
Questo atteggiamento remissivo delude le popolazioni europee.
E anche quelle ucraine, che osservano e prendono ispirazione e davvero avrebbero bisogno di qualcuno che non si limiti ai discorsi e ragionamenti di circostanza che non hanno alcun effetto.
C'è ancora un enorme divario tra la comprensione di come fermare la guerra, come sostenere l'Ucraina, e quello che noi, l'Occidente collettivo, stiamo facendo.
Forse dobbiamo toglierci di torno la folla di tecnici e esperti e consulenti che non hanno capito, o non hanno voluto capire, che l'Ucraina non si sarebbe arresa, ma si sarebbe difesa.
Forse dovremmo davvero impegnarci a sostenere e difendere i nostri comuni valori, anche costringendo le recalcitranti autorità ucraine di adesso a intraprendere un percorso chiaro, definito e non soggetto alle bizze dello Zelensky di turno: vuoi questo?
E questo?
Bene!
Allora devi fare questo, questo e questo.
Semplice: chiaro, conciso e inequivocabile.
Non esistono metodi semplici, o metodi diversi: se si fa a cazzotti, si fa a cazzotti.
Essere democratici deve andare oltre la condanna formale: comprendere e sopportare le frustrazioni della leadership russa, vera o presunta, non consente di evitare ulteriori provocazioni e problemi.
Come se noi fossimo lo psicanalista di un popolo che ancora non ha trovato il suo posto al Mondo.
E se lo ha trovato, non lo ha ancora accettato.
La Russia conduce questa guerra con noi nell'unico modo che sa essere efficace.
Sarebbe sufficiente cambiare il paradigma della risposta occidentale collettiva.
La guerra con la Russia non si fermerà nemmeno quando (se?) la Russia sarà sconfitta: essa si aspetta che la risposta occidentale sia lenta, in ritardo e debole.
È ora che i leader europei, tutti, lo capiscano e che i rispettivi popoli ne siano adeguatamente informati: i nostri capi di Governo farebbero bene a iniziare a parlare ai cittadini di questo.
Altrimenti non ci saranno luoghi sicuri per nessuno.
Il poliziotto saggio dice: è meglio un cattivo processo che un buon funerale.
Il funerale sarebbe il nostro, per chi non l'ha capito.