La maggioranza dei palestinesi è contraria ai “due Stati”.
Mentre tra USA e Israele si dibatte della opportunità di creare uno Stato palestinese accanto a Israele, come prodotto finale dei negoziati di pace, l’istituto norvegese FAFO, che ha sponsorizzato il quadro degli accordi di Oslo del 1993, ha deciso di scoprire l’opinione dei palestinesi in merito a questa soluzione.
Il dato fondamentale è che la maggioranza, ovvero il 53% dei palestinesi, come gli israeliani, è contraria alla soluzione dei “due Stati”.
Questa cifra si divide in 33% di palestinesi che sono propensi all’annientamento dello Stato di Israele, sia con mezzi politici che con la forza delle armi, per sostituirlo con una unica repubblica islamica che comprenda l’attuale Israele, più la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, e in una restante parte di palestinesi, il 20%, che sarebbe favorevole a uno Stato unico che comprenda palestinesi e israeliani, nel quale i palestinesi rappresenterebbero presto la maggioranza etnica e politica.
Fra i simpatizzanti e gli appartenenti di Hamas, la percentuale di coloro che sarebbe favorevoli alla soluzione “due Stati” scende al 21%.
La pubblicazione di questi risultati da parte del FAFO Institute for Applied International Studies, sostenuto dal Ministero degli Esteri norvegese e rispettata dai politici europei che si occupano di Medio Oriente, indica che continuare a perseguire l’obiettivo dei “due Stati” è avversato proprio da coloro che sono i destinatari della iniziativa di pace e che, al contrario, a rimetterci sarebbero Israele e i suoi cittadini.
L’esito del sondaggio segnala seriamente la necessità di cambiamento di rotta da parte della comunità internazionale e, in particolare, degli Stati Uniti, relativamente a una soluzione che certamente non può essere perseguita e, inoltre, che gli accordi di Oslo non sono più praticabili.
Tuttavia, fonti statunitensi esprimono la estrema riluttanza da parte della amministrazione Obama a rinunciare alla creazione dei “due Stati”, perché questo è l’unico obiettivo attorno al quale si è sviluppata tutta la politica occidentale nei confronti del Medio Oriente.
Inoltre, la soluzione “due Stati” è vista come la chiave che possa aprire la porta della gestione diplomatica del mondo musulmano, in particolare degli scenari afghano e pakistano, ora individuati nel fronte “AfPak”.
I consulenti del Presidente degli Stati Uniti hanno suggerito che Obama imponga una accelerazione al processo di pace fra Israele e i palestinesi proprio per questi fini, anche se questo dovesse significare di imporre l’accettazione di un piano di pace destinato a fallire.
Le perplessità del Governo israeliano, per usare un eufemismo, nei confronti della esistenza di uno Stato palestinese democratico, indipendente e non aggressivo sono note.
Tuttavia, è tutto da vedere come si potrà imporre ai palestinesi una soluzione che per loro è la peggiore possibile, per quanto comporta in termini politici e militari.
Assomiglia molto a una missione impossibile.