26 giugno 2025

Polonia e Baltici si dotano di mine antiuomo

“Putin”, o chi lo impersona, può rassicurare il Mondo quanto vuole e raccontare che la Russia "non rappresenta una minaccia per nessuno".
A giudicare dall'umore che serpeggia oltre i confini occidentali della Russia, essa ha nei recenti decenni costruito la reputazione di "vicino scomodo e aggresssivo".
Andrebbe chiesto ai georgiani, se se lo ricordano, o ai moldovani, o agli ucraini.

E' talmente convincente, la Russia, che i paesi membri della NATO, alleanza militare occidentale che esiste perché è esistita l'Unione Sovietica e, dopo il suo crollo del 1991, perchè esiste la Russia, hanno deciso giusto ieri di aumentare la spesa militare al 5% del PIL nazionale entro il 2035.
In parallelo a questo, la Polonia e i Paesi Baltici si stanno ritirando dalla Convenzione sulla messa al bando delle mine antiuomo.
Per ogni evenienza, come si dice.
Non si sa mai.
In termini schietti e brutali, non solo non si fidano delle rassicurazioni russe: sono convinti del contrario!

La Polonia è solo l'ultima a decidere ufficialmente che è giunto il momento di tornare ai vecchi e collaudati metodi di deterrenza.
Infatti, il Sejm, il Parlamento polacco, ha approvato a larga maggioranza il ritiro dalla Convenzione di Ottawa.
Lituania ed Estonia hanno fatto lo stesso prima della Polonia.
Lettonia e Finlandia hanno già annunciato l'intenzione di seguire il loro esempio.

Strano, ma vero, tutti questi paesi hanno in comune l'esistenza di un un confine con la Russia.
Nella loro concezione, il nemico non è sulla carta, ma giusto dall'altra parte della strada: lo vedono, lo sentono e lo fiutano.
In effetti, non è che manchino le occasioni in cui questo o quello degli esponenti russi di rilievo ha indicato nella Polonia e nei paesi Baltici i prossimi destinatari di una aggressione militare russa.

Sebbene controverse, le mine antiuomo sono uno strumento di difesa concreto, soprattutto in condizioni in cui potrebbero non esserci altre garanzie di sicurezza.
In effetti, le mine antiuomo arrecano danno solo a chi entra in un campo minato, il che di solito accade quando si vuole invadere un territorio altrimenti interdetto.
Chi non invade, di solito non viene danneggiato dalle mine.

Molte anime belle della "comunità umanitaria" non approvano questo provvedimento: oltre 100 premi Nobel hanno fatto appello a questi Paesi affinché non facciano un passo indietro nel campo del Diritto Internazionale.
Essi ci ricordano che le mine antiuomo non vincono le guerre, ma mutilano e uccidono soprattutto i civili.
Questo è discutibile, ma l'indulgenza concede loro un altro tentativo, che costoro potrebbero utilmente sfruttare per indicare come questi paesi dovrebbero o potrebbero esercitare i loro diritti di difesa, sicurezza e indipendenza.
Temo che offrire cioccolatini ai russi serva a poco.

Intanto, solo ieri persino Trump, le cui simpatie per “Putin” e per la Russia non sono da tempo più un segreto per nessuno, ha chiaramente indicato che “Putin” è russo e che pertanto è pronto a spingere le sue brame territoriali fino ai confini del Mondo.

Le anime belle esprimono "preoccupazione", va bene, adesso la cosa riguarda la Polonia e i Baltici.
Lo farebbero anche se la cosa riguardasse i loro paesi?