26 settembre 2025
I Media occidentali eseguono PR per Putin
Un tempo la propaganda era facile da individuare.
Sapevi da dove veniva, chi la spingeva e perché: i confini erano chiari...
L'Unione Sovietica aveva la Pravda.
In questa guerra è successo qualcosa di strano: oggi la Russia ha la televisione di stato e i canali Telegram, ma Mosca non ha bisogno di urlare, perché ci sono altri lo fanno per lei.
Mosca non ha nemmeno necessità di insistere tanto sui suoi argomenti: gran parte del lavoro viene svolto gratuitamente da alcuni media occidentali.
A volte non intenzionalmente.
A volte non è cospirazione.
Spesso è mediante la paura, il sensazionalismo e la caccia incessante ai click.
Purtroppo, a volte è anche perchè i media occidentali hanno preso partito, per avere abiurato a decenni di atlantismo e europeismo.
Molti hanno anche rinnegato carriere militari durate alcuni decenni.
Torno al punto e prendo un esempio recente: invece di celebrare la possibilità dell'Ucraina di liberare il suo territorio, molti media occidentali hanno dipinto il quadro di "povera Ucraina costretta a una controffensiva".
Pensiamoci un momento: l'Ucraina non viene descritta come una Nazione determinata, capace o in lotta per la sua sopravvivenza.
L'Ucraina Viene dipinta come vittima della propria liberazione.
Questo è oro colato per il Cremlino.
Putin ha passato anni a provare in ogni modo affinché Kyiv si convincesse e scendesse a compromessi cedendo territorio.
Quando i titoli occidentali riecheggiano lo stesso tono e compatiscono l'Ucraina per osare di volere vincere, Mosca non ha bisogno di Russia Today o di Sputnik: il lavoro è già fatto.
Alla radice di questo problema ci sono gli affari, il denaro: i Media sono aziende che vivono e muoiono in base all'attenzione che ottengono, che convoglia o meno quei contratti pubblicitari che sono, in tempi di internet strabordante, l'unica cosa che permette di pagare gli stipendi di staff e redazioni.
E la paura è il vettore di attenzione più efficace.
L'Ucraina abbatte i jet russi? Lo leggono in pochi.
Al contrario di un titolo sull'offensiva ucraina "troppo costosa" o "condannata" che leggono in milioni.
Anche se il campo di battaglia dice qualcosa di diverso.
Non importa che il pessimismo ignori i fatti militari, non importa che l'Ucraina abbia già sfidato le previsioni degli "espert" più e più volte.
A contare è la disperazione, che "vende".
Nel frattempo, c'è sempre qualche figlio di buona donna che sostiene la narrazione del Cremlino secondo cui la resistenza ucraina è inutile.
Non viene spiegato l'effettivo equilibrio militare.
Di tutti gli ambiti militari in cui la Russia deteneva un vantaggio è rimasto poco, perchè l'Ucraina ha effettivamente sfondato un mito russo dopo l'altro.
L'equazione è cambiata da un giorno all'altro.
Ma questo non fa notizia.
È tecnica, è complesso e non suscita emozioni come "L'Ucraina è in difficoltà".
Quindi il vero problema, la deliberata esitazione occidentale nel fornire armi, viene trascurato.
E la linea semplificata del Cremlino prende il suo posto.
Niente di tutto ciò è nuovo: durante la Seconda Guerra Mondiale, la Germania nazista crollò solo dopo che i suoi cieli furono liberati.
La superiorità aerea fu la chiave per distruggere la macchina da guerra del Terzo Reich.
Eppure oggi, ci comportiamo come se quella lezione non fosse valida.
Con risorse minime, l'Ucraina ha dimostrato di poter mantenere la posizione e persino contrattaccare.
Ma ancora una volta, la narrazione dominante non riguarda come portare a termine l'opera: riguarda se la determinazione dell'Ucraina viene presentata come un "problema".
La guerra dipende dal ritmo e dalla velocità con cui una delle due parti può agire.
Ogni ritardo, ogni esitazione, ogni processo di approvazione politica che costringe l'Ucraina ad attendere costa vite umane.
Non è stata l'Ucraina a dichiarare ai quattro venti che non sarebbe stata abbandonata, che l'Occidente sarebbe sempre stato al suo fianco, che il Diritto vale di più della prepotenza: è stato l'Occidente a farlo.
In questo caso, il ruolo dei media diventa davvero dannoso: amplificando i dubbi, alimentando fughe di notizie, sprolocquindo di escalation o attacchi "sconsiderati", i media normalizzano il ritardo delle forniture.
Fanno sembrare saggezza l'esitazione.
Ma l'esitazione è esattamente ciò di cui Putin ha bisogno per continuare questa guerra.
Per servire gli interessi di Mosca, non necessariamente i media occidentali devono schierarsi con lei.
Tutto ciò che devono fare è:
- compiangere l'Ucraina invece di rispettare la sua lotta,
- trattare la paura come buon senso e definire irrealistica la vittoria,
- vendere paura anziché chiarezza.
Questo trasforma i titoli in pubblicità gratuita per il Cremlino.
I media occidentali non devono fare le cheerleader: sarebbe sufficiente che facessero decentemente il loro lavoro.
Perchè la chiarezza è diversa dalla propaganda.
Chiarezza significa:
- spiegare perché l'Ucraina combatte,
- mostrare quali armi possono cambiare il corso della guerra,
- riconoscere il costo della paura, non solo quello dell'azione.
Certo, questo richiede onestà intellettuale, ricerca delle fonti, studio della tecnica...
La storia non giudicherà solo presidenti e generali.
Giudicherà anche le storie raccontate alla gente e se queste storie hanno aiutato l'Ucraina a vincere o Mosca a resistere.
E perchè...