21 agosto 2025

L’indifferenza russa per le difficoltà.

La guerra scatenata dalla Russia in Ucraina rende ogni giorno più evidente l’indifferenza che il popolo russo prova rispetto alle difficoltà quotidiane, a cui si sono aggiunte quelle che sono conseguenza della guerra.
Nessuno si azzardi a pensare che le sanzioni internazionali applicate alla Federazione russa non abbiano effetti, perché ne hanno e sono devastanti.
Soprattutto, il popolo russo prova indifferenza, se non compiacimento, per ciò che la Russia fa al popolo ucraino, che solo fino a prima della invasione russa era un “popolo fratello”.
Infatti, immediatamente dopo l’invasione, quello ucraino è improvvisamente diventato un popolo nazista, da rieducare con metodi violenti.
O da sterminare.

Questi sono gli effetti della potenza della propaganda e degli ordini impartiti dal Cremlino.

Questa indifferenza si basa sull'odio e sull'antipatia che il popolo russo ha prima di tutto verso se stesso.
I russi riconoscono inconsciamente gli errori commessi nella vita, le cause della povertà, del disordine in cui vivono e che li circonda, che è causato dagli errori e dei crimini di padri e nonni, dal doppio pensiero, dalla doppiezza morale, dalle bugie e dai bluff che tutti i russi incontrano nella vita.
Nessun russo può guardarsi allo specchio e dire: "Sono buono, mi amo".
Non provando amore per se stessi, di conseguenza, in russi non ne provano per gli altri.

Quella russa è una società fondamentalmente divisa.
Non si tratta di un popolo "selvaggio", ma del discorso creato dall'intellighenzia russa della tarda Unione Sovietica, e soprattutto dopo la perestrojka.
Allora, questo discorso servì a giustificare la nuova disuguaglianza, la redistribuzione dei privilegi e la crudeltà delle riforme.

Pensateci, i due libri chiave della classe istruita russa sono "Difficile essere un Dio" e "Cuore di cane". In entrambi i casi, il protagonista è un eroe-intellettuale, di impostazione progressista e contemporaneamente vittima, che si trova in mezzo a masse selvagge, dense e ostili.
L'origine di questo pensiero risale al dopoguerra.
In sostanza, i russi soffrono di un profondo senso di vittimismo, in cui nascono e vengono educati.
Le autorità russe sono impegnate a alimentare l'ostilità della classe istruita verso il "popolo", a creare compartimentazione sociale.

Di conseguenza, in primo luogo, la classe istruita sviluppa il bisogno di un Governo centrale forte.
In secondo luogo, la maggioranza della popolazione è naturalizzata come "bestiame", "selvaggi", "homo sovieticus".
Questo ha permesso di reindirizzare le proteste del 2012 dalla lotta contro Putin alla lotta contro "il passato".
La massa dei russi ritiene che non sia Putin l’artefice delle difficoltà, mediante la sua politica, ma che sia invece chi opera in prima persona verso la risoluzione di problemi immani che altri hanno creato.

Come conseguenza, al di fuori della ristretta cerchia di dove vengono davvero decise le cose, all’esterno della prima tangenziale di Mosca non vivono persone, ma oggetti naturali disumanizzati, con cui e di cui si può fare ciò che si vuole: abbatterli, mobilitarli, costringerli a partorire, sviluppare come risorsa tutto ciò che viene fatto con la natura.
A questo proposito, sia le autorità che una parte significativa dell'opposizione liberale sono solidali.
In Russia, chi esercita il potere e chi virtualmente gli si oppone differiscono nella forma delle loro iniziative, ma non nel contenuto.

Questo è molto importante e da questo conseguono molte conseguenze: insensibilità alle perdite, patetica politica di opposizione, rifiuto della politica come lotta "per i cuori e le menti", un'opportunità permanente per le autorità di agire per conto della "maggioranza", giudizio morale della classe istruita sulla maggioranza.
In Russia non esiste linguaggio e contesto per sviluppare un discorso diverso.
La protesta delle mogli dei mobilitati aveva del potenziale, ma è stata ignorata nel campo dell'informazione "dell'opposizione" o criticata per le proteste/richieste "sbagliate": essa si è rapidamente “sgonfiata”.