15 marzo 2025
Guerra di logoramento e Clausevitz
Una delle cose più interessanti della teoria di Carl Von Clausewitz sulla guerra è il punto in cui ha scelto di smettere di pensare, senza rischiare o sviluppare ulteriormente quei pensieri.
Questo è il momento della lotta in cui l'attrito tra nemici diventa un desiderio incontrollabile di estremi, che alla fine diventa odio cieco e distruzione reciproca insensata.
L'attrito è un concetto che spiega la vera differenza tra la guerra sulla carta e la guerra reale.
Molte cose influenzano l'azione dei pianificatori e dei comandanti militari: pericolo, tensione, sofferenza, pregiudizio, controversia, scala, discrezione e chiunque potrebbe aggiungere temi a piacimento.
Clausewitz scrisse che "La condotta della guerra assomiglia al funzionamento di una macchina complessa con un enorme attrito, così che le combinazioni facilmente pianificate sulla carta possono essere realmente ottenute solo con grande sforzo".
In parole povere, più a lungo si sviluppa un conflitto tra nemici, maggiore è la complessità e la posta in gioco in questo senso, si arriva a un certo punto in cui nulla può fermare il desiderio di una parte di distruggere l'altra.
Si arriva al punto in cui le opposte parti hanno la visione di un nemico esistenziale, con cui è in linea di principio impossibile qualsiasi coesistenza, e la cui distruzione è un senso della vita che non può essere derogato.
Il filosofo e psicologo francese René Girard, profondo conoscitore delle opere di Clausewitz, ha descritto bene come questo meccanismo sia intrinsecamente imperfetto e in definitiva possa solo portare a vittime insostituibili.
È esattamente per questo che le persone dotate di buon senso e morale cercano di non iniziare guerre.
Se lo fanno, allora cercano di porvi fine il prima possibile, così da evitare quell'attrito e in definitiva evitando la creazione di "scintille" e di innescare una catena incontrollabile di eventi concatenati che solo alimentano la guerra stessa, portando le parti alla distruzione reciproca insensata.
Questo non è solo qualcosa che non può essere controllato e limitato.
In un tale sviluppo di eventi il processo di creazione di "scintille" inizia a influenzare chi ha iniziato la guerra e non vuole porvi fine.
Non è importante se non c'è volontà, se non c'è comprensione del come, se non c'è ragione del perché e così via.
Alla fine, il processo di attrito porta sempre al crollo del conflitto alla sua origine, al suo inizio.
In parole povere, la guerra torna sempre a chi l'ha iniziata, ma su scala molto più ampia e alimentata da anni di logoramento.